venerdì 1 maggio 2015

Pozzallo


3 Luglio 3.40 a.m.

Uno, due, dieci, trenta. Quarantacinque.
Morti.

Passo ogni giorno davanti ad una fila interminabile
di sbarre lucenti.
Tra loro il nulla,
uno spazio, uno spazio abbastanza piccolo da non creare appigli,
Grande il giusto per lasciar intravvedere vite nere e stanche sempre alla ricerca.

Pozzallo. Da un pò sto qui.

Una storia che logora la mia identità
migrante,
questa vicinanza corrode la pellicola dell'indifferenza.
 Mi sento parte di vite in divenire.
Chiedo regole ed accoglienza.
La falce della morte miete a ciuffi il grano non ancora germogliato.

E noi cosa ne pensiamo?

one way


Al centro