sabato 3 gennaio 2015

Il coraggio



Ci sono dei giorni in cui la vita è distante da ciò che vorresti facesse parte delle tue esperienze e allora stai lì, a sbirciare l'entusiasmo di chi viene da mondi curiosi. Ammiri o invidi la leggerezza di coloro che passano da una vita all'altra senza troppe preoccupazioni. Ti stupisci quando scopri che qualcuno nel suo passato annovera mali che credevi incurabili. Assapori le risate di chi capita sul tuo cammino "per caso" e poi se ne va, lasciando una scia di benessere mescolato alla pesantezza del tuo presente soddisfacente solo a metà. Trovi riparo raccontandoti che, in fondo, stai bene perché non hai malattie, hai un lavoro che molti non hanno, magari ha pure un compagno. Insomma la stabilità!

E allora pensi che non ti manca niente, rimboccando le coperte a quei guizzi di verità che restano dentro di te. La sveglia, il traffico, la pioggia, il lavoro, i colleghi, la famiglia, la cena, la palestra o magari qualche ora di yoga. Una coperta abbastanza pesante da soffocare tutte le tue schegge impazzite inconciliabili con la quotidianità. Tirare avanti diventa la parola d'ordine per arrivare al week end, alle ferie, alla chiacchierata tra amiche a tutto ciò che porta lontano dal presente opprimente.

Ma come sarebbe alzare quel macigno dal cuore e lasciar circolare liberamente ogni singola voglia che affolla la geometria dei tuoi desideri?
Libertà di non stare sempre tra le stesse quattro mura, di andare senza prevedere il ritorno, di partire al caldo se hai freddo, di esprimersi in un'altra lingua se la tua t'incastra. Desiderio di vivere in un'altra società magari più anonima o andare alla ricerca di una comunità che ti insegni ad essere diversamente. Mangiare a cena, dormire a pranzo, evitare di spendere tutti quei soldi per un telefono, le bollette, l'auto. 

Avere il tempo di andare a piedi, ovunque.


Trasformare la distanza dei chilometri in dolci momenti per te. Smettere di dover fare ed iniziare ad amare. Rompere una relazione, perché no? Fidarsi di un uomo per questa ed altre mille volte. Tutto dipende da come elabori il dolore.

Licenziarsi senza prospettive, parlare con gli altri, passeggiare con vestiti comodi magari senza scarpe. Accettare che i peli crescono ed i capelli diventano grigi. Lasciar scorrere le sensazioni comunicandole agli altri. Lasciar andare i soldi e gli oggetti. Dimenticare cos'è il furto e la paura dei ladri. Stare dagli amici, vivere con chiunque, condividere il poco che ti rimane. La tua gioia, la tua libertà.

Inizia da qui, dal coraggio di concepire che tutto questo può esistere e l'hanno fatto molte persone prima di te.


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