lunedì 24 novembre 2014

Sèducente



Ci sono parecchie cose della mia vita che mi sfuggono.
Si racconta che alcune persone si innamorino sistematicamente di altre con  delle caratteristiche ricorrenti. Ho sentito dire che gli esseri umani preferiscono unirsi a coloro che sono la risultante delle loro mancanze. Sono qui sul divano, alle sette di mattina di un lunedì iniziato storto.

Stanotte non ho chiuso occhio. Mi sarebbe piaciuto essere cliente dell’Osteria del caffèlatte citata nei libri di Carofiglio. Almeno non mi sarei sentita troppo sfasata. E invece no. Condividevo il letto con Marci che sbofonchiava, sussurrava, respirava con enfasi e si sta ancora godendo le sue meritate ore di pausa dal mondo.
Il motivo della mia insonnia riguarda certi fatti rinchiusi in una botola, di quelli che ormai pensi siano superati solo perché il tempo mangia i ricordi.
Si tratta di legami lasciati annodati, senza alcun desiderio di dare nome e tecnica a quel groviglio insensato.
Mi piacciono molto gli artisti, i musicisti, i circensi, si può dire che sono affascinata dalle persone che riescono a trasformare in pane le proprie abilità creative. Sono attratta da quelli coi dread, li trovo molto coraggiosi!
A ben pensarci non sono niente di tutto questo e vago alla ricerca di qualcuno che possa farmi assaporare quegli slanci attraverso le sue esperienze. Mi nutro dell’idea di queste esistenze a  tal punto che vorrei ridurre la cerchia dei miei amici solo a loro. Bene. Rimarrei sola.
Non sono un’artista e non ho amici veramente artisti. Qualcuno che conosco ci prova, nessuno ci mangia davvero. Sono magri, escono ogni quarto di luna e si arrabattano.

Io qualcuno affascinato da me lo conosco. Delle volte ci ho condiviso baci, abbracci, parole e promesse altre volte solo il letto, un passaggio o una cena. Parlo di uomini, ma anche di donne.
Si, esercito fascino verso alcuni solo perché faccio cose che loro non farebbero mai.
Rifiuto lavori rispettabili, scanso certe “comodità”, non controllo il mio futuro attraverso un conto in banca o la certezza che domani sarà uguale ad oggi. Mi faccio prestare soldi, oggetti, un pezzo di letto, chiedo una marea di favori dando in cambio qualche ridicola perla di saggezza confezionata qua e là.
Sono ligia nelle mie scelte, questo si. Se devo campare d’amore, libertà e vagabondaggio così sia, niente compromessi, se non quelli dei contratti che mi vincolano al massimo per lo spazio di una stagione. E poi riprendo il cammino.
Non mi piace esercitare fascino, alla lunga ti trovi ad essere catalizzatore di coloro che vorrebbero fare come te, ma non credono di avere la forza.

Io, invece, immaginandomi al loro posto mi chiedo che potenza disumana incarnino per accettare come dogmi tutti i principi che la loro vita impone.
Per certi aspetti mi incuriosiscono. La tranquillità di alcuni mi attrase e stupisce come il sorriso di un giocoliere con dieci palline tra le mani. Cocktail di equilibrio, abilità e tecnica .
Per adesso ho capito la lezione e provo a fare l’artista, ma un giorno quando le coincidenze della vita mi chiameranno a fare esercizi più ardui, proverò a sfoderare quell’energia onnipotente in grado di farmi alzare per dieci anni la mattina alla stessa ora, guidare, portare i figli a scuola, lavorare, relazionarmi con gli altri, fare la spasa, dar da mangiare al gatto con tutta la dedizione del mondo. O forse non avrò mai tutto questo, mi rimarranno solo le abitudini alle quali consacrare la mia attenzione.
Il mio uomo non farà parte della lista, lui non sarà mai un’abitudine.
Prima o poi dovrò anche dare prova al mio coraggio, diventerò rasta, così neppure loro avranno una corsia preferenziale nelle frequentazioni dei miei sentimenti.
Da oggi inizio a farmi carico di ciò che mi seduce, non correrò ad appianare tutte le mancanze, inizierò a valutare che forse molte non sono degne di quel nome, mentre altre sono solo aspetti che devo ancora affrontare.
E Marci, tu che dormi indisturbata sul soppalco, smetti di russare mentre schiudo conchiglie con perle dal dubbio valore pecuniario.

Questo post lo dedico a me perché la devo smettere di dare consigli  agli altri quando sono io la prima a dover seguire i miei e poi anche ad un’altra manciata di persone.



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