sabato 29 novembre 2014

Dentro, infondo, oltre

Ancora stesa sul letto, sentiva sotto il piumone bianco a righe rosse, il torace pesante. Mosse ripetutamente le gambe da un lato all'altro per stiracchiarsi. Il cuscino aveva l'odore di una notte passata a lottare nel sonno. Rabbia, sesso, abbandono, grida, fuga. Aveva consumato tutta la negatività degli ultimi anni in una scena striminzita all'aeroporto.
Prese posto, come ogni mattina, sulla sedia in cucina incastrata tra l'angolo della stanza ed il tavolo.
"Mi sento come se avessi pianto tutta la notte" disse Irene, con un gomito appoggiato al tavolo e l'altro in bilico sullo schienale della sedia. Incollò la schiena al muro freddo.
"Ti ho sentita, avevi un sonno agitato" rispose Frida versando il latte d'avena in una tazza "che è successo?"
"stanotte si è lottato duro con la mia vita passata. Poi mi sono ritrovata in una collina in mezzo alla foresta ed ho pianto per ore. Sto male, ho il magone"
Frida svita la moka per riempirla prima d'acqua e poi di caffè "da quanto non piangi?"
Irene guardò l'orologio sopra i fuochi, segnava l'una e trentacinque. Pensò che era tardi, anche in quella piovosa domenica pomeriggio avrebbe unito la colazione al pranzo "da poco più di un anno"
L'amica silenziosamente fece due calcoli per risalire all'evento preciso di quel tracollo emotivo. Irene afferrò il telefono per controllare quante conversazioni si era persa su whatssup ed a quanti messaggi non aveva risposto con smile, scimmiette o cuoricini.
" Saranno stati i discorsi di ieri sera o forse quel comico triste o la pioggia"
"Di che discorsi stai parlando Irene?"
"Ricordi quando siamo tornate verso la macchina tutti e tre, mentre te e Luis parlavate di questa città? Poi lui, con quel tono di voce ed il suo modo di parlare italiano, mi ricordava tantissimo qualcuno, ma non riesco a ricondurre il viso alla voce. Dicevate che questo posto ti da moltissimo, ma ti chiede qualcosa in cambio"
"Si, è vero e tu non sei qui per caso"
"Come sempre, ultimamente. Luis parlava di ombre che emergono, tu dicevi che qui affiorano tutte le tue fragilità" continuò Irene sottraendo un dito di burro di prima qualità dal panetto per spalmarselo sul pane "credo che mi abbiate influenzata. Stanotte ho sognato che mi arrabbiavo per questioni passate e poi un mio ex voleva fare sesso con me e io ci stavo, ma poi..."
"poi tu in qualche modo te ne andavi"
"si" sussurrò Irene sorseggiando quel fondo di caffè. Lo sentiva amaro come la parte di sè che non voleva considerare.
"Oggi devo uscire, avrai tutto il tempo di stare con te, piangere e fare ciò che ti pare"
Ascoltò le sue parole di spalle, uscendo dalla cucina, con quel macigno sullo sterno che non le permetteva di repirare senza sforzo. Tirò fuori dalla credenza il suo diario.
Scrisse qualche riga insoddisfacente. Si alzò dal divano su cui affondava fino alle spalle, acciuffò una matita spuntata e disegnò il suo dolore.






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